Il convegno su «La letteratura dell’emigrazione italiana nel mondo» tenutosi all’Università di Losanna dal 30 maggio al 2 giugno 1990, con relazioni sulle opere letterarie scritte da emigrati italiani in Europa, nelle Americhe e in Australia, aveva permesso di prendere coscienza del carattere mondiale di tale fenomeno. Questo panorama, sfociato poi nel volume La letteratura dell’emigrazione. Gli scrittori di lingua italiana nel mondo (a cura di J.-J. Marchand, Torino, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, 1991), aveva messo in evidenza un fatto importante per la presenza della cultura italiana del mondo: l’esistenza di migliaia di opere di intento letterario, in prosa e in poesia, scritte e pubblicate in volume in decine di paesi che non hanno l’italiano come lingua nazionale: una «letteratura» italiana fuori d’Italia. Era tuttavia risultato subito a tutti i partecipanti quanto la documentazione di questo fenomeno risultasse fragile e minacciata di scomparsa e di oblio. Tali opere avevano e hanno tuttora infatti il difetto di essere pubblicate da piccoli editori, spesso a spese d’autore, con una tiratura limitata e una diffusione scarsa, che non ha nemmeno raggiunto i luoghi di conservazione come possono essere le biblioteche (almeno quelle che rientrano in una rete interconnessa e reperibile dai ricercatori). La prima operazione, accanto a quella di un Centro di documentazione che raccogliesse testi, recensioni e saggi, fu perciò la creazione di un censimento di questi testi per sottrarli all’oblio dei lettori e degli studiosi. Si trattava di salvare la storia della presenza di una letteratura italiana fuori d’Italia prima che scomparisse la possibilità di documentarla. Infatti, se consideriamo che questo fenomeno risale, con certe caratteristiche, almeno alla nascita dell’Unità d’Italia e che è legato di solito alla prima generazione di emigrati (o al massimo alla seconda) – visto che poi gli autori scrivono nella lingua del luogo: si pensi al Padrino di Mario Puzo per dare un solo esempio –, era opportuno salvare il ricordo di opere, la cui testimonianza a stampa stava scomparendo. Ma un lavoro così impegnativo avrebbe perso gran parte del suo valore per la ricerca se si fosse limitato a una semplice schedatura a stampa conservata in un luogo unico di un istituto svizzero di italianistica. Ecco perché, anche se allora eravamo all’inizio della creazione delle banche dati e della loro messa in rete, ci parve indispensabile pensare a uno strumento che, tramite internet, potesse essere messo a disposizione di tutti gli studiosi. Considerammo pure indispensabile che tale strumento permettesse di consultare la banca dati in funzione di varie caratteristiche: l’autore, l’opera, la data di pubblicazione, il paese di emigrazione, la bibliografia critica, ecc. Seppur con mezzi limitati, grazie a contributi puntuali della Facoltà di lettere di Losanna e alla collaborazione del Centro d’informatica dell’Università di Losanna, nonché a un lavoro considerevole degli assistenti del dipartimento d’italianistica, potemmo immettere dati raccolti dagli autori delle relazioni al Convegno del 1990 e da altri incontri accademici, da saggi monografici in riviste specializzate, da spogli sistematici di cataloghi e di riviste, dalla collaborazione – per quanto riguarda la Svizzera – di associazioni, sindacati, periodici di emigrati o di residenti italiani all’estero. Il primo nucleo nato negli anni Novanta venne ampliato nei decenni seguenti anche per tenere conto delle nuove opere pubblicate e dei nuovi strumenti di consultazione, e venne anche adeguato all’evoluzione delle tecniche informatiche. Dopo il pensionamento del sottoscritto, l’opera fu proseguita nell’ambito della Sezione d’Italianistica di Losanna, nei limiti del possibile e dei mezzi a disposizione, in particolare dal Prof. Alberto Roncaccia, che aveva seguito il lavoro quasi fin dall’inizio, e con il sostegno del Prof. Niccolò Scaffai e dei suoi assistenti. Ma la banca dati per continuare ad essere uno strumento moderno di consultazione e per costituire veramente un punto di riferimento di questa produzione letteraria (aggiornamento agli ultimi decenni, allargamento a paesi europei e d’oltremare al di là del modesto nucleo attuale) occorreva far compiere alla BASLIE un salto di qualità notevole sia tecnico che qualitativo. Questa opportunità le è stata data nel 2021 con il suo trasferimento dall’Università di Losanna all’Accademia Nazionale della Crusca: dove ha raggiunto la BASILI (Banca dati degli Scrittori Immigrati in Lingua Italiana) (poi BASILI & LIMM) creata nel 1997 da Armando Gnisci all’Università di Roma-La Sapienza sul modello della BASLIE. La piattaforma è stata rinnovata per adeguarla agli standard moderni e la schedatura riveduta in funzione delle nuove potenzialità. In vista di un utilizzo anche da parte dei sociologi e dei linguisti, sono state create nuove possibilità di consultazione sulle caratteristiche linguistiche dei testi (dialetto/lingua) e sui dati biografici degli autori e delle autrici.
Va tuttavia notato che si tratta di una schedatura ancora lacunosa geograficamente e cronologicamente. Attualmente la sezione più completa è quella che riguarda la Svizzera. Si prevede la progressiva revisione delle schede esistenti e l’ampliamento della schedatura tanto per il passato quanto per le nuove opere pubblicate.
Maggio 2023
Jean-Jacques Marchand