Informazioni
- Datazione: 1930-2020
- Note biografiche: Luisa Moraschinelli, scrittrice, giornalista e poetessa, nelle sue opere, perlopiù autobiografiche, con profonda memoria sia storica che emozionale racconta gli usi, i costumi e il dialetto dell’Aprica, suo paese natale, di viaggi, della vicina Svizzera, in cui è emigrata per il desiderio di una vita più emancipata, considerando per tutta la vita la lettura e la scrittura nutrimento quotidiano. Ha vissuto sempre con il rimpianto della scarsa istruzione scolastica in età giovanile, cercando per tutta la vita di migliorarsi con tenacia e profitto.
Nasce in una famiglia povera e numerosa, cattolica osservante, dal padre Carlo e dalla madre Lucia Cioccarelli. Ha sei fratelli e sorelle: Agnese, Annamaria, Carlo, Ettore, Luciano e Davide. A sette anni mentre frequenta le elementari comincia a lavorare come bambinaia durante l’estate.
Forte dell’esperienza lavorativa, migliora il rendimento scolastico, ma con tristezza deve lasciare gli studi a undici anni. Fin da giovane ha un gran desiderio di evadere e liberarsi dai confini familiari per migliorare la sua condizione. Comincia a lavorare come tuttofare in un albergo. Scopre i romanzi rosa, vive in un mondo di fantasia che è la sua gioia, ma fugge i rapporti sentimentali per evitare delusioni e ferite.
Lavora come bambinaia a Milano in un ambiente signorile e poi con decisione impulsiva, per il desiderio di un mondo spirituale nuovo e di sogno, tenta un’esperienza come novizia in un convento di suore Canossiane a Bergamo; con gioia infantile apprezza la vita metodicamente regolata e la possibilità di riflessione, ma non viene inclusa per problemi di salute, mantenendo sempre un forte legame con Dio e la Chiesa. Emigra in Svizzera nel 1953 a Berna. Riservata nella vita privata, parenti e fratelli più vicini non hanno mai saputo se avesse relazioni amorose. Matura infatti il desiderio di rifiutare matrimonio e maternità e esprime sempre un senso di limitazione sia culturale che lavorativa nel costruirsi una famiglia per il suo grande desiderio di libertà e indipendenza. Lavora in ristoranti e frequenta come animatrice la Missione Cattolica dei padri Scalabriniani occupandosi di abbonamenti di giornali.
Prende il diploma di scuola media e quarantenne si diploma con maturità turistica all’Istituto corrispondenza per italiani di Neuchatel imparando a parlare perfettamente francese e tedesco. Migliora l’indipendenza economica con un incessante lavoro e diviene direttrice del convitto per operaie italiane della ditta di conserve Veron & Cie. Prende la patente di guida e va a sciare, indossando i pantaloni, fra le prime donne del suo paese. Frequenta l’università a Milano per migliorare la sua cultura a negli anni della contestazione sessantottina, escludendo sin dall’inizio di prendere la laurea e disinteressata da tradizionalista agli avvenimenti politici, ma la crisi economica del 1976 in Svizzera la lascia disoccupata e deve interrompere gli studi.
Trova lavoro a Lugano in un ufficio di import-export alimentare della ditta Balestra, come impiegata prima e come unica amministratrice dopo fino all’età della pensione a sessantatré anni.
Coltiva l’hobby di scrivere, è socia dell’A.S.S.I. (Associazione degli Scrittori della Svizzera Italiana) e del P.E.N. International Centro per la Svizzera italiana e retoromancia (Poets, Essayists, Novelists, poeti, saggisti e romanzieri internazionali che difendono la libertà di espressione). Comincia a collaborare come giornalista con riviste valtellinesi come «Almanacco agricolo valtellinese», «Eco delle Valli», «Corriere della Valtellina», «Rassegna valtellinese», «Tirano e dintorni», «la Provincia di Sondrio», «Centro Valle», con giornali ticinesi come «il Bernina» e «Corriere del Ticino» e con diversi siti internet.
Con il P.E.N. con grande orgoglio presenta pubblicamente a Lugano il primo libro Lisa e Franz nella Valtellina del ‘600, (1993), una storia d’amore che si intreccia con la storia delle valli fra dispute delle grandi potenze e conflitti religiosi, dando inizio anche all’esperienza di viaggi all’estero che culminerà in Racconti di viaggio (2013), alla scoperta del mondo oltre la porta di casa con i congressi di scambio culturale del P.E.N.; in un ventennio scrive libri che sono per lei come figli che possono viaggiare ovunque: Una parentesi fuori dal mondo: storia di una novizia (1994), la sua esperienza fallita in convento, L’albero che piange (1994), una vera e propria inchiesta giornalistica sulla emigrazione italiana in Svizzera, Ricordi di guerra. Una ragazza valtellinese racconta (1995), concisa memoria del conflitto mondiale vissuto nell’infanzia, Le estati di Pia. L’iniziazione alla vita negli anni ‘40 (1998), un monologo interiore sul lavoro infantile e sul rimpianto di non potere proseguire gli studi, Finestroel (2001), poesie fra ricordi e vita quotidiana moderna in dialetto, la Strada della vita (2012), un viaggio nell’anima, con scrittura sciolta e pensosa, sul percorso materiale e spirituale suo e dell’essere umano che sono soli al mondo, con citazioni di Blaise Pascal e Salvatore Quasimodo.
Viene ricoverata in casa per anziani a Poschiavo, inizialmente gestita da suore e un senso di appartenenza e serenità la ricongiunge al desiderio di fare la novizia da ragazza; a 88 anni una malattia di demenza la porta a non riuscire più né a leggere né a scrivere con suo profondo disagio emotivo e paura nonostante la sua grande fede. Muore nel periodo Covid-19 che la debilita enormemente, anche se non si sa se sia questa la causa del decesso o sia stato piuttosto un peggioramento della sua malattia degenerativa.
Opere letterarie
- Murales d'Abriga, 2004
- Fineströl, 2001
- Come si viveva nei paesi Valtellinesi negli anni ‘40, 2000
- Vita d’Abriga cüntada an dal so dialet (agn ‘40), 1996
- Una parentesi fuori dal mondo, 1999
- Le estati di Pia - L’iniziazione alla viata negli anni ‘40, 1998
- Ricordi di guerra, 1995
- L'albero che piange, 1994
- Lisa e Franz nella Valtellina del'600, 1993
- L'Abriga di agn 'ndré, 1980