Informazioni
- Datazione: 1940-
- Lingua madre: italiano
- Note biografiche: Figlio di Umbertina Santi, di professione sarta, e di Raffaele Costantino Edoardo detto Ettore, anch'egli sarto e caduto in combattimento contro i tedeschi sull'isola di Cefalonia nel 1943[1], Luigi Ballerini nasce a Milano e cresce nella zona di Porta Ticinese. Dal 2010 vive tra New York, Milano e Otranto. Studia lettere alla Cattolica di Milano, vive un periodo a Londra[2], e infine si laurea a Bologna con una tesi sullo scrittore statunitense Charles Olson. Le sue prime poesie, Inno alla terra, escono su Inventario nel 1960. Nel 1963 inizia a lavorare nella redazione libri della Rizzoli mandando in stampa la traduzione italiana della Storia della follia di Foucault. Nel 1965 si trasferisce a Roma dove incontra artisti e poeti neo-sperimentali[3] come Adriano Spatola, Giulia Niccolai, Nanni Cagnone, Eliseo Mattiacci, Magdalo Mussio, Emilio Villa, Alfredo Giuliani, Giovanna Sandri e, soprattutto, Elio Pagliarani, di cui diventa collaboratore[4] e tramite cui incontra Cesare De Michelis, fondatore della Marsilio Editori, a cui resterà legato da una profonda amicizia[5]. Con Marsilio pubblica il suo primo volume di critica letteraria (La piramide capovolta, 1975), La sacra Emilia, un’antologia scelta di poesie di Gertrude Stein, da lui stesso tradotte, e alcune raccolte poetiche (Il terzo gode, 1994, e la riedizione di Cefalonia 1943-2001, nel 2013). Nel frattempo, scrive recensioni di libri sui quotidiani Avanti! e l’Unità, e su Rinascita, insegna alle scuole secondarie[2] e traduce critici e scrittori americani quali Lionel Abel, Leslie Fiedler, Herman Melville, Benjamin Franklin, James Baldwin, Henry James. Per Guanda, nel 1971, traduce Kora all’inferno di William Carlos Williams. In omaggio ai suoi settant'anni viene compilata Balleriniana, una raccolta di saggi, ricordi, aneddoti e altri scritti dedicati a Ballerini e al suo lavoro e curata da Giuseppe Cavatorta ed Elena Coda.
Gli anni americani.
Si trasferisce a Los Angeles nel 1969 e insegna letteratura italiana moderna e contemporanea alla UCLA[6]. Questa, tuttavia, non è la sua prima esperienza americana (dal 1960 al 1962[7] aveva studiato alla Wesleyan University in Connecticut). L’anno successivo nasce suo figlio, l’attore Edoardo Ballerini. Si sposta a New York nel 1971 per insegnare al City College e al Graduate Center della City University of New York (CUNY) e nel 1972 esce la sua prima raccolta poetica eccetera. E (Guanda). Diventa direttore della facoltà di Italianistica a NYU nel 1976, e nel 1990[8], per breve tempo, direttore della Casa Italiana Zerilli-Marimò, incarico che lascia per assumere, nel 1992, quello di direttore del dipartimento di italianistica della UCLA. Da quell’anno e fino al 2012, Ballerini farà la spola tra Los Angeles e New York, città di residenza della psicanalista Paola Mieli, sua compagna dal 1986. In questo periodo collabora con Angelo Savelli (Selvaggina, 1988), Paolo Icaro (La parte allegra del pesce, 1984 e Leggenda di Paolo Icaro, 1985) e Salvatore Scarpitta, il fotografo Charles Traub, il critico d’arte e poeta Mario Diacono, i language poets Charles Bernstein e Ray di Palma. Incontra e collabora con la critica e scrittrice Marjorie Perloff, il poeta e traduttore Paul Vangelisti, lo scultore Richard Nonas e con il compositore Jed Distler per la cui opera, Tools, Ballerini scrive il libretto[9]. In quegli anni è stato promotore della poesia e cultura italiana tra mostre (Italian Visual Poetry 1912-1972[10] al Finch College Museum di New York e alla Galleria Civica di Torino, Spelt from Sybil’s Leaves[11] alla Power Gallery di Sydney), conferenze e convegni (The Disappearing Pheasant I a New York nel 1991 e The Disappearing Pheasant II a Los Angeles nel 1994, La lotta con Proteo, sempre a Los Angeles, nel 1997[12]).
Poesia e poetica
A distanza di sedici anni dall’uscita di eccetera. E (ripubblicato dalle Edizioni Diaforia di Viareggio con un saggio introduttivo di Cecilia Bello Minciacchi[13] e interventi di Remo Bodei, Giulia Niccolai e Adriano Spatola), Ballerini scrive Che figurato muore (All’insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller), cui seguono Che oror l’orient (Lubrina, 1991), una raccolta di poesie milanesi e di traduzioni in milanese di Guido Cavalcanti, con cui vince il Premio Feronia-Città di Fiano. La raccolta successiva è Il terzo gode del 1994. Nel 1996 esce Shakespeherian Rags, scritta direttamente in inglese e pubblicata dall’editore romano Quasar, con a fronte il testo tradotto dall’autore (Stracci shakespeariani) e con un’introduzione di Filippo Bettini. Seguono Uno monta la luna (Manni, 2001) e, per Mondadori nel 2005, la sua opera più nota, Cefalonia, con cui vince il Premio Brancati e il Premio di poesia Lorenzo Montano. Curata da Beppe Cavatorta, esce nel 2016 la raccolta completa delle sue poesie negli Oscar Mondadori. È annunciato per l’autunno del 2020 per l'editore Nino Aragno il nuovo volume di poesie Divieto di sosta.