SISCA Alessandro

Informazioni

  • Datazione: 1875-1940
  • Luogo di nascita: San Pietro in Guarano (Cosenza)
  • Note biografiche:

    Alessandro Sisca (Riccardo Cordiferro) [San Pietro in Guarano (Cosenza), 27 ottobre 1875 - New York, 24 agosto 1940]Alessandro, Pasquale, Francesco, Emilio, questi i nomi sul suo atto di nascita, nacque da Francesco e da Emilia Cristarelli, una famiglia benestante. È meglio conosciuto con lo pseudonimo di Riccardo Cordiferro che di fatto, sebbene ne abbia utilizzati anche altri per motivi diversi (Heart of iron, Eisenherz, Sandro e Ida Florenza), sostituì il suo vero nome, quantomeno in campo giornalistico, letterario e politico. Con tale pseudonimo – quando già viveva negli Usa da tempo – firmò, tra l'altro, una delle più belle canzoni napoletane di inizio Novecento, Core 'ngrato, scritta per l'amico Enrico Caruso e da questi lanciata con una delle prime incisioni su disco.
    La storia di Sisca-Cordiferro, inizia nel piccolo paesino presilano di San Pietro in Guarano, alle porte di Cosenza. Il padre, calabrese e poeta (in tarda età scrisse un poema in dialetto calabrese, Lu ciucciu), era vice segretario comunale e funzionario di prefettura, e la madre una insegnante elementare di origine napoletana che gli trasmise l'amore per il suo dialetto.
    A metà degli anni Ottanta dell'Ottocento con la famiglia (il padre, la madre e il fratello Marziale) lasciò la Calabria e si stabilì a Napoli, dove entrò nel collegio francescano di San Raffaele a Maradei. Mostrò presto una natura ribelle e giovanissimo, strinse rapporti con gli ambienti culturali della città. Scoprì allora la sua vena poetica e pubblicò le prime poesie. Nel 1892, soprattutto per evitare il servizio militare, emigrò e raggiunse uno zio a Pittsburg, negli Stati Uniti. Aveva solo 17 anni ma ambiva già a scrivere opere letterarie. Iniziava allora un'avventura in America durata più di quaranta anni, costellata di soddisfazioni e amarezze. L'anno dopo si trasferì a New York. Bazzicò gli ambienti dell'emigrazione italiana rivelandosi un giovane di grandi capacità e diventando un punto di riferimento per tanti aspiranti scrittori: si occupava contemporaneamente di teatro, giornalismo e poesia. Ebbe subito una vita letteraria intensa, facendosi conoscere come giornalista polemico, conferenziere brillante, drammaturgo poeta e autore di canzoni di successo.
    Raggiunto dalla famiglia, sempre nel 1893 insieme al padre e al fratello fondò il giornale La Follia di New York, un settimanale letterario e satirico che avrebbe superato un secolo di vita, che lo coinvolse in maniera intensa. La testata – che aveva come cavallo di battaglia la difesa delle lingue regionali, anche perché gli emigrati non conoscevano l'italiano – ebbe un successo forse nemmeno atteso in quelle dimensioni, in particolare su tutta la costa orientale. Satira, dialetto e poesia, come scrive la storica Bénédicte Deschamps, sono state le parole chiave del successo del giornale a cui collaborava tutta la famiglia. Viaggiò molto, non solo per articoli ed inchieste ma anche per conferenze e dibattiti. Collaborò anche a giornali satirici come La sedia elettrica, fondata nel 1894 da Censerino Granata.
    Legato ai circoli anarchici e socialisti (fu chiamato «Cantore della Musa Rossa» per i suoi commenti sui principi socialisti), e quindi sotto stretta sorveglianza da parte della polizia, fu arrestato diverse volte, e più volte gli fu impedita l'attività giornalistica che prosegui sotto falsi nomi. In ogni caso, la reputazione conquistatasi gli conferì un certo prestigio all'interno della colonia italiana. Considerato un personaggio, vulcanico ed eclettico (cantò e recito in molti spettacoli teatrali), organizzò diverse manifestazioni “patriottiche” tra cui un festival di Piedigrotta a New York.
    Autore di una Ode alla Calabria che lo rese particolarmente amato fra gli emigrati calabresi e nella stessa Calabria terra d'origine, scrive molto per il teatro fece parte di una compagnia teatrale, la Maiori-Rapone-Ricciardi, nella quale ottenne un discreto successo grazie alle sceneggiature Intrighi Femminili (1893), commedia ad atto unico in lingua napoletana; e Il genio incompreso, commedia in versi satirici. Sempre nel 1893, Codiferro scrisse il dramma in tre atti, Da volontario a disertore.
    Sisca-Cordiferro ha, però, anche una forte vena comica e satirica, tant'è che alcune «macchiette» in dialetto napoletano messe in scena dal principe della risata oltreoceano», Edoardo Migliaceio in arte Farfariello, son scritte proprio da lui; fra queste, Genio incompreso, Chi ha testa di vetro non vada a battaglia di sassi e il Polisso, sono considerati i più significativi esempi di quel genere tutto italo-americano che è la «macchietta coloniale» (una sorta di spettacolo totale fatto di canto, recitazione, pantomima e trasformismo).
    Ma la creazione per la quale Sisca-Cordiferro raccolse maggior considerazione è il testo della cansone Core 'ngrato, di cui Enrico Caruso, che collaborava a «La Follia» con le sue caricature, si innamorò subito e se ne fece divulgatore in tutto il mondo (nel 1951 Guido Brignone ne trasse ispirazione per un film omonimo, che nelle sale cinematografiche raccolse un grande successo); e il bello, si fa per dire, è che l'autore della musica, il maestro Salvatore Cardillo che in America lavorò come direttore d'orchestra e compositore di colonne sonore, poiché aspirava a ben altri riconoscimenti s'indispettì per il grande successo della canzone, definendola pubblicamente una «porcheriola»
    Ma, nonostante il successo ottenuto, Sisca-Cordiferro non ebbe una vita facile e tranquilla, e non solo perché per le sue idee politiche dovette subire una vera e propria persecuzione da parte della polizia, ma anche, e specie, perché la sua esistenza è stata un rosario di lutti familiari: sposato una prima volta con Annina Belli, con la quale ebbe due figli, Emilia e Franchino, rimase vedovo nel 1897 per la precoce morte della moglie. Poco tempo dopo perse anche i figli. Nel 1899 si risposò con Lucia Fazio, sorella dell'attore Achille. Nel 1911 si stabilì a Little Italy, all'epoca cuore pulsante della comunità italiana di New York, dove continuò tra alti e bassi nelle sue tante attività culturali.
    Proseguì la sua carriera di autore con la stesura di diversi monologhi drammatici, quali Per la Patria e per l'onore, Dio dollaro, La trappola del matrimonio. Il famoso attore siciliano Antonio Maiorino, con la sua compagnia, lo rende celebre mettendo in scena il monologo Il pezzente (1895), un piccolo gioiello della drammaturgia italo-americana, rappresentato centinaia di volte nelle Americhe delle filodrammatiche e dei circoli politici rivoluzionari. Anche il suo dramma sociale L'onore perduto (1901) ebbe un successo tale da costringere l'autore a scrivere un sequel dal titolo Giuseppina Terranova o L'onore vendicato.
    Gli anni del fascismo furono quelli più tristi. La propaganda del regime si adoperò per sminuire il suo talento, e progressivamente si ritrovò in ristrettezze inimmaginabili.
    Cercò sostegno tra i prominenti della comunità italiana, e si rivolse anche a Generoso Pope che aveva rilevato il quotidiano Il Progresso italo-americano, ma non ottenne nulla. Morì nell'indigenza a 65 anni. Il fratello Marziale e poi il figlio di questi diedero continuità a La Follia ancora per molti anni. (Aldo Lamberti)